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- Posted: 24 Aprile 2017
- Category: Liberamente
Con tutte quelle, tutte quelle bollicine….
3,30 di pomeriggio la casa si anima. La triade entra in casa riempiendo l’atmosfera di energia positiva.
Figlio num. 1 Ciao ma’! bella giornata eh?
Figlia num. 2 Mammina sono tornata!
Figlio num 3. Smack. Ehi mà, che hai preparato di buono per merenda oggi?
Se questa è la scena pomeridiana di casa vostra cambiate blog, non avete bisogno dei racconti noir di casa mia.
Se invece è più simile a quella qui sotto rimanete sintonizzati e sentitevi in comunione.
3,30 di pomeriggio la casa si elettrizza in una frazione di secondo. La porta si apre andando a sbattere contro l’appendiabiti che vacilla e si accascia come un birillo.
Figlio num 1. Ciao ma’ (e fin qui ci siamo). Dov’eri che ti ho telefonato un miliardo di volte e non rispondevi? Avevo bisogno e tu non ci sei mai!
Figlia num 2. (Ha 8 anni e non ci siamo già…. fin dall’inizio)
Mammaaaaa mio fratello non mi ha aspettata e sono dovuta venire da sooolaaaaa peeeer tutta laaa straadddddddaaaaaa e tiiii chiamavooooo e tuuuuu non sentiviiiiiii. Sei proprio cattivaaaaaa maaaaa!
Figlio num 3. Assente. Non pervenuto!
Ora la madre si arma di un quintale e mezzo di pazienza ed invece di gridare come una sciamannata perché ha letto tutti i libri di Bernardi, Crepet, Andreoli, Bettelheim, Demetrio, e perfino la Bibbia, il Talmud e qualche altro testo sacro respira col diaframma perché a yoga le hanno insegnato così, e dice:
Bentornati ragazzi! Mi spiace, non ho sentito il cellulare perché se ti ricordi bene ieri sera mentre litigavi con tuo fratello lo hai fatto cadere nel lavandino ed ora tesoro non suona più. Lo porterò a riparare più tardi appena ho finito con le esigenze di tuo fratello, oggi dobbiamo andare a comprare delle cose per lui.
Poi si rivolge alla pre-adolescente ottenne e con un sorriso riprende “come potevo sentirti tesoro se la porta era chiusa? Non sono cattiva solo che non ho l’udito dei pipistrell che odono gli ultrasuoni. Sono umana, una mamma normale che sa che non ti piace venire da sola e quindi ti abbraccia adesso e ti fa passare il nervoso, ok?
La mamma normale poi ha in sobbalzo. Ma vostro fratello dov’è?
All’unisono: Bohhh!
M anon vi siete accorti ch ene mancava uno?
All’unisono: No.
Iniziano le domande e le preoccupazioni: dove ho sbagliato? Eppure ero una mamma tecnicamente da 110 e lode! Se mio marito durante la gravidanza era diventato un ostretrico io mi ero trasformata in una pedagogista clinica. Lui non dimenticava le date delle ecografie, i vaccini ecc. ed io divoravo libri sulla vita emotiva dall’umano, dal neonato al nonno centenario e studiavo tutti i modi in cui avrei provveduto al meglio ai bisogni educativi dei figli.
Dopo circa un’ora fa ritorno a casa. Ohhh eccolo il figlio numero 3, il più misterioso, richiestivo e diciamolo francamente il più complicato anche se la psicologa lo definisce riservato e basta. A me pare riduttivo, ho bisogno che si dica che è un caso da ulcera gastrica, della madre si intende.
Spalanca la porta e si annuncia con un rutto. Il figlio numero 1 gongolante si complimenta “Grande bro!”. Unico momento in cui l’odio fraterno che circola in questa fase viene messo da parte. La figlia num. 2 abbozza un “Burp” gli altri ridono e le danno perfino un cinque. L’annessione al branco le fa passare le paturnie precedenti meglio del mio abbraccio contenitivo.
A questo punto la pazienza è finita, lo so è durata poco ma è quello che ho riceduto in dotazione per cui ora parte il pippone, lo volevo fermare ma ragazzi questa madre che avete di fronte non è ancora uno Jedi.
Madovediavoloeri finito eh? Sono tornatappostaperte perché dovevi assolutamente comprare i pantaloncinida basket entro le 4 e quindiavevamo mezz’ora perché poi dovevi uscire e non potevi far tardi se nonmorini ed io ero unamadredi merda, e tu che faiii? non avvisi che arrividopo, massi tranquillo e io quasi mi spezzo una cavigliaperarrivare in tempo acasa e farmi trovare pronta per il miobambiniche giàparlapoco figuriamoci se miperdoun momentocon lui!!!!
A questo punto la madre normale è rimasta senza un filo di voce ma grazie al cielo entra in funzione il pilota automatico: l’istinto di sopravvivenza. Quindi va in cucina, inspira a lungo col diaframma, beve un enorme bicchiere di Coca cola e lancia un rutto abominevole.
All’unisono, come 3 civette sul comò, la triade sconvolta grida: NOOO!!!!!
La Mamma ha ruttatoooo.
Che schifo!
Lo posto su instagram! Telefonate a papà.
Non ci posso credere!
No dai mà, non fare così.
All’unisono: SCUSA MAMMA!!!!
Figli carissimi, oggi ringraziate che c’è la Coca Cola. Lo so, lo dico sempre che fa male, che c’è troppo zucchero e vi verrà il diabete e vi marciranno i denti ma se non avessi fatto questo esercizio di liberazione non avreste neppure preso in considerazione che basta una semplice parola ma detta con la dovuta disperazione a rimettere a posto le cose.
Lo so che siete in transito in questa fase della vita in cui vi piace metterci alla prova con toni e lamentele sempre al di sopra della media ma sappiate che lo siamo anche noi madri.
E se volete un consiglio, non bevete mai più l’ultima lattina di Coca Cola rimasta nel frigo. Quella serve a me!
Divertentissimo….per chi legge ! Per chi è attrice come mamma un po’ meno. Viva la Coca Cola se aiuta !
Grazie per le risate, è come se avessi visto un film. Questo tuo dono di saper raccontare rende epiche le vostre scene familiari…..
Proverò anch’io con il rutto risolutore…..